Ricordare
Sebastiano Rodante
(1924 - 2016)

 

Rodante, esempio di ricerca instancabile e appassionata

Ricordare Sebastiano Rodante è, paradossalmente, sia semplice che complesso. La sua notorietà nel campo degli studi e della divulgazione sindonica nonché il valore del suo contributo alla sindonologia non hanno bisogno di particolari sottolineature che anzi potrebbero apparire ridondanti. D’altro canto il patrimonio di conoscenze, la passione e la dedizione di Rodante rappresentano un prezioso strumento per avvicinare alla Sindone le nuove generazioni; e qui sta la complessità: come far sì che i giovani recepiscano e facciano propri gli insegnamenti di un così eminente studioso? Certo, la stima e l’affetto che lo hanno circondato, sia da parte della comunità sindonologica, sia dai suoi collaboratori più stretti, sono già un’ottima testimonianza della bontà dell’esempio di Rodante quale testimone di un cammino da percorrere per un corretto approccio allo studio della Sindone ma questo, purtroppo, potrebbe non bastare.

Ricordo una sua conferenza di parecchi anni fa, recuperata grazie a ricerche sulla rete, nella quale si rendevano palesi tutte le sue competenze e la sua preparazione. Rodante accompagnava in modo magistrale gli ascoltatori alla scoperta delle straordinarie caratteristiche che rendono la Sindone l’oggetto affascinante e misterioso che conosciamo. Si era in un’epoca che per molti giovani di oggi potrebbe definirsi “preistorica”, quanto meno dal punto di vista della tecnologia. Uno schermo, una bacchetta da maestro elementare d’altri tempi, un proiettore di diapositive. Non c’era l’ausilio del computer e dunque non si poteva contare su strumenti software (quali il noto Power Point) oggi ormai indispensabili, ma solo su disegni realizzati a mano e poi trasformati appunto nelle vecchie diapositive. Chi non abbia conosciuto questo complesso metodo di divulgazione difficilmente potrà immaginare la mole di lavoro preparatorio che era allora necessaria e quanta minuziosa attenzione andasse riservata ad ogni particolare. Questa attenzione e questa dedizione, così care a Rodante, purtroppo sono sempre più rare e se da un lato si assiste ad un aumento dell’offerta divulgativa sulla Sindone, dall’altro si constata come tale offerta sia spesso di scarsa qualità sia dal punto di vista della forma che da quello dei contenuti.
La complessità di cui all’inizio deriva proprio dalla necessità di ritrovare e riproporre, con gli strumenti moderni (e paradossalmente anche nonostante tali strumenti), quell’approccio e applicarlo. In altre parole, fuggire la tentazione della ricerca “spicciola” su internet (ormai depositario -più o meno affidabile- dello scibile umano), essere più attenti ai contenuti rispetto all’aspetto formale, ed evitare la purtroppo diffusa pratica del autonominarsi (ed effettivamente credersi) sindonologi solo per il fatto di aver consultato questo o quel sito.

L’insegnamento che viene dalla vita di Sebastiano Rodante è invece quello dello studio continuo, dell’aggiornamento, della ricerca, dell’attenzione al particolare. E questo è oggi quanto mai necessario per avvicinarsi allo studio della Sindone, oggetto complesso e depositario di un messaggio che travalica le sue stesse caratteristiche materiali. Troppo spesso si assiste ad abusi che non solo mancano di rispetto al metodo scientifico e alla corretta divulgazione ma anche a ciò che per tanti, sotto l’aspetto spirituale, la Sindone rappresenta. Pur essendo un reperto storico, come ve ne sono tanti, sono innegabili e irriducibili gli elementi relativi al trascendente che dalla Sindone promanano. Che si sia credenti o meno è dunque buona norma, per lo studioso come per il divulgatore, tenere nella debita considerazione tutti i fattori, anche quelli che risultano meno vicini alle nostre posizioni.
Sebastiano Rodante è stato un maestro di questo tipo di approccio, corretto e rispettoso del metodo scientifico, certamente anche grazie alla professione medica che esercitava tenendo fede alla propria vocazione, e sensibile quanto appassionato cultore di una spiritualità mite ma determinata. I sindonologi di oggi e soprattutto di domani hanno, nella testimonianza di Sebastiano Rodante, uno strumento prezioso per una nuova e buona divulgazione sindonica. Ricordare lui oggi significa riscoprire questo virtuoso cammino di conoscenza e, grazie al suo esempio, ripercorrerne le tracce.

 


 
 
Paolo Pomata
 
Delegato
per il Centro Italia e la Sardegna
Centro Internazionale di Sindonologia
Torino

 

                   
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